Relazione padre figlio

Relazione padre figlio nell’adolescenza: hai dubbi sul tuo modo di essere genitore e sulla relazione che hai con tuo figlio? Hai difficoltà a farti capire da tuo figlio nonostante le tue migliori intenzioni? A volte le migliori intenzioni non sono sufficienti nel rapporto genitore-figlio per costruire una sana relazione.
Come si analizza questa relazione? Chi la deve costruire? Su quali elementi si basa? Come si interpretano i comportamenti? E tu, che relazioni hai con i tuoi figli?

Non riesco a parlare con mio figlio adolescente

La storia di oggi è quella di una relazione difficile genitore-figlio: il padre alle prese con il figlio adolescente. Non riescono a parlarsi. C’è il muro dell’incomunicabilità tra i due, rappresentata da una porta chiusa. Se sei anche tu in questa situazione, leggi l’articolo che segue. È la storia a lieto fine di un padre, messo in crisi dalla porta chiusa della camera del figlio.

“Non riesco a parlare con mio figlio adolescente. Arriva a casa dalla scuola. Va in camera sua, chiude la porta, non parla a nessuno e neanche pranza con noi. Non so più che fare”.

È il racconto in sintesi di Nicola, imprenditore di mezza età. Fisico tonico, temperamento ottimista, Nicola sembra sempre sapere ciò che vuole, in qualsiasi situazione.
È uno dalle idee chiare, che non teme di dire la sua anche se controcorrente.
È un temerario, che dice ciò che pensa anche quando sa che può diventare scomodo per qualcuno.

Rapporto genitori-figli durante l’adolescenza

Il figlio adolescente è fonte di preoccupazione per Nicola. Lo vede ogni giorno tornare a casa dalla scuola, chiudersi in camera sbattendo la porta. Ha perfino appeso sulla porta un bel cartello con la scritta “Non aprire” ed è così che il figlio taglia fuori non solo Nicola, ma tutta la sua famiglia, composta dalla madre e da un fratello di circa dieci anni, oltre che dal padre.

Il rapporto genitori-figlio è incastrato. Nessuno riesce a parlare con questo adolescente nella famiglia. Nessuno riesce a pranzare con lui. Questo giovane non vuole nessuno della famiglia vicino a lui. Si è isolato e manda chiari segnali che il conflitto c’è, che la situazione è questa e che non vuole modificarla.

A Nicola trema la voce quando mi racconta l’incomunicabilità del figlio.
È costretto a fermarsi.
Prende fiato.
Lascia trascorrere qualche attimo per riprendere il controllo del suo stato emotivo.
È lì per lì per piangere, ma si controlla. Abbassa lo sguardo, attende qualche attimo e si vede che sta ripercorrendo con la memoria momenti che gli creano dispiacere.

Relazione educativa genitori figli

Nicola è abituato a sfide importanti: ha come clienti prestigiose multinazionali italiane e straniere. È abituato a superare scogli, a trattare, a ripensare e modificare i piani per avere sempre nuove proposte con cui procedere con le trattative. È abituato a tentare ancora e con modalità continuamente diverse.

Con il figlio … non riesce. Ne ha provate tante e nessuna gli ha dato il risultato che avrebbe voluto. E dopo qualche anno di tentativi andati a vuoto, chiede aiuto e mi racconta questa storia.

È intimorito quando inizia: forse il teme il giudizio, che ancora non sa che non ci può essere.
È paralizzato: fa proprio fatica a raccontare nelle prime battute, tanto è il dispiacere ed il senso d’impotenza e di inadeguatezza che vive.

Piano piano allenta la tensione ed inizia a riferire. Parliamo del figlio, e della madre, e del fratellino e di lui stesso. Uno per volta valutiamo tutti i soggetti ed i rapporti che il figlio maggiore ha, o meglio che non ha, con ogni componente della famiglia.

Analizziamo come erano questi rapporti qualche anno prima e cosa può essere accaduto nel frattempo, tanto da bloccare la relazione non solo genitori-figlio, ma anche con il fratello.

Mettiamo a fuoco gli interessi, le passioni e le amicizie del figlio adolescente e perfino il comportamento che tiene a scuola con compagni e professori.
Ed iniziamo a sperimentare piccole strategie di comportamenti nuovi e diversi che Nicola tenterà con il figlio.

È dura all’inizio. Lo sconforto qualche volta sembra prevalere, ma Nicola è talmente ottimista di suo, che torna dopo ogni sessione e mi racconta cosa ha provato a fare e quali risultati ha prodotto.

È un processo lento per la difficoltà emotiva di Nicola, che subisce il figlio, e per la complessità e l’imprevedibilità delle reazioni del ragazzo.

La relazione padre-figlio

Così, passo dopo passo, incontro dopo incontro, un po’ per volta, l’uscio si apre.
È appena un pertugio all’inizio, ma Nicola è bravo a tenere duro e, gioioso come è, trova il modo di parlare con il figlio dei suoi sogni, di cosa vorrà fare da grande, di quali pensieri gli passano in testa, e perfino di fidanzate e di università.
Un po’ per volta lo spiraglio si apre e la luce inizia ad arrivare in quantità maggiore.

La relazione tra padre e figlio si è ricostruita: il padre non subisce più il potere del figlio che non parla ed il figlio ha compreso che si può parlare con il genitore, anche quando gli argomenti si fanno scomodi ed anche quando le opinioni sono diverse.

È proprio contento e soddisfatto Nicola quando riconosce che finalmente riescono a giocare e a parlare, lui ed il figlio adolescente, nonostante le difficoltà del periodo di vita che quest’ultimo sta vivendo.

Ed è ancora più appagato quando a distanza di anni mi conferma che il figlio ha con lui quella relazione che invece non vuole avere con la madre e che, rientrato nella città dove vivono i genitori – ora separati – dall’università, ha scelto di risiedere con il padre e non con la madre con la quale il muro non si è sgretolato.

Relazione genitore-figlio: un labirinto

La relazione genitore-figlio è complessa e qualche volta entriamo nel labirinto, costruito dal timore delle reazioni, dalla confusione sul nostro agire. Vogliamo far bene per nostro figlio e non riusciamo a valutare che alcuni nostri comportamenti possono essere interpretati in modo diverso dall’altra parte e così, uno dopo l’altro, possiamo contribuire noi stessi, in totale buona fede, a costruire il  muro di divisione.

Se hai qualche dubbio sulla relazione che hai con tuo figlio, se non sei sicuro del tuo modo di essere genitore e vuoi un confronto, scrivimi a info@lauramarinelli.it e valutiamo la situazione insieme.

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